fbpx

Produttività qualitativa, cos’è e come raggiungerla

Produttività qualitativa, cos’è e come raggiungerla

produttività qualitativa uomo su computer con caffè copertina

In questo articolo voglio parlarti del tema della produttività qualitativa, un termine che rappresenta un concetto che cerco di esprimere ogni giorno tramite Mudesk. L’idea che sta alla base è che attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione oggi, e le pratiche che si possono attuare, è possibile condurre uno stile di vita estremamente produttivo. Tutto ciò, senza dover rinunciare al benessere, lo svago, le relazioni e in generale ciò che davvero conta nella vita di un essere umano.

Introduzione

Se ti fermi un attimo a riflettere su tutti gli strumenti che hai a disposizione oggi, e li paragoni a ciò che era disponibile 10 anni fa, ti rendi conto di come le possibilità siano infinitamente maggiori. Grazie alle innovazioni fatte in quasi tutti i settori esistenti, oggi è possibile fare molto molto di più e meglio, in tempi infinitamente piccoli. Le macchine, gli algoritmi e le app ci aiutano a svolgere attività che prima avrebbero richiesto giorni, in poche ore se non addirittura minuti. Tutto ciò ci induce a pensare che dobbiamo sfruttare al massimo ciò che abbiamo a disposizione, per produrre ancora di più, e crescere sempre più in fretta.

Io voglio provare invece a farti cambiare punto di vista, e farti entrare nel mindset della produttività qualitativa. Con questo termine si intende un modo nuovo di vedere le cose, dove ti rendi conto che non è necessario fare di più, e che anzi per essere produttivi in modo sostenibile, è meglio fare il necessario, e goderti la vita senza essere ossessionati dai risultati e dal lavoro. Perché alla fine, a cosa serve essere produttivi se poi non si è felici e non si sta bene con sé stessi? Ti invito a prepararti una bella tisana o un caffè americano, e metterti comodo a leggere questo articolo, Il tempo di lettura stimato è di circa 15 minuti. Se non hai tempo di leggerlo ora, aggiungilo all’elenco di lettura o salvati il link. 

2 tipi di produttività

La produttività è un concetto che mi ha ossessionato per diverso tempo. Ho fatto diversi anni della mia vita a cercare di fare più cose possibili. Lavoro, università, progetti, vita sociale, palestra, attività all’aperto, hobby, interessi. Ho fatto anni a cercare metodi e tecniche per ottimizzare e concentrare le attività, per poter raggiungere sempre di più, in meno tempo. Tutto ciò ha funzionato per qualche periodo, e a tratti è anche risultato piacevole.

Comprendi che con la volontà puoi fare davvero di tutto, diventi una sorta di macchina produttiva. Arriva però un giorno in cui osservi, e ti rendi conto che tutto questo sistema è destinato a collassare. Arriva per tutti il momento in cui rifletti e ti chiedi, a cosa serve vivere una vita del genere? Continuare a correre, raggiungere obiettivi senza avere il tempo di festeggiarli. Ottenere guadagni senza avere modo di goderne.

Ecco che mi resi conto che la produttività che stavo perseguendo era solo un tipo di produttività, che mi piace chiamare “ produttività quantitativa”. È vero, è uno stile di vita efficiente, che porta grandi risultati, ma a che prezzo?

Così mi resi conto che c’è un’altra via, una via migliore, che ti porta a raggiungere risultati più lenti, ma in modo sostenibile, quella che io definisco “produttività qualitativa”. Decidere di passare da una mentalità orientata alla quantità, ad una che fa riferimento alla qualità non è semplice. La società ci spinge a cercare successi rapidi, ottenere tante cose, tanti “trofei”.

In un mondo come il nostro, è difficile cambiare mentalità, ma quando inizi a comprendere i benefici e la differenza, le barriere si abbassano e puoi entrare anche tu nel mindset della produttività qualitativa. Questo tipo di concetto si basa sulla cultura minimalista, ma al posto che applicarla agli oggetti, va applicato agli impegni. Per approfondire ti consiglio di leggere l’articolo su essentialism, troverai il link alla fine di questo post.

Il segreto consiste nel mindset

I principi e le linee guida sulla produttività non cambiano più di tanto tra la tipologia quantitativa e quella qualitativa. Quello che cambia totalmente è il tuo approccio, il tuo mindset. Nell’idea di produttività classica, tu cerchi di raggiungere il massimo, in più cose possibili, nel minor tempo. Questa mentalità crea ansia, frustrazione e sopratutto ti aliena dalla tua vera essenza.

Siamo esseri umani prima di tutto, e i nostri bisogni sociali, di svago, di contatti con la natura, così come l’attenzione alla salute e al benessere sono imprescindibili nella vita di ognuno di noi. Questa dovrebbe essere la nostra essenza, dove la produttività legata al lavoro o l’apprendimento ricopre solo una parte, e non la totalità dell’esistenza.

Con il mindset qualitativo invece, dai meno importanza all’obiettivo, che rimane comunque centrale, e più importanza all’azione, all’attività in sé. Inoltre non cerchi più di fare tutto, ma decidi di concentrarti solo su ciò che ha davvero importanza. Ti concentri sulle attività in cui puoi offrire un valore aggiunto.

Minimizzando gli impegni, e le azioni da fare, puoi farle molto meglio, e allo stesso di tempo goderti ancora di più il viaggio. Dai meno importanza ai risultati, e più importanza ai processi. L’attenzione in questo modo si sposta dal futuro al presente, e come ci insegna la filosofia Buddista, la felicità può esistere solo nell’adesso.

“Con la produttività qualitativa tu puoi raggiungere risultati straordinari, e allo stesso tempo godere nel presente, senza vedere ciò che fai come un sacrificio per un futuro che non sai quando arriverà.”

donna felice lavora col pc su divano

I vantaggi della produttività qualitativa

Il primo beneficio da considerare consiste principalmente nella sostenibilità di questo tipo di produttività. Cambiando la mentalità, i momenti produttivi nella tua vita rimangono costanti, e non ciclici come con la produttività quantitativa. In altre parole, non arrivi mai a “scoppiare” e provare il desiderio di lasciare tutto per un po’. Con la mentalità orientata alla qualità, la percezione delle tue giornate cambierà drasticamente.

Quando sei nel mindset quantitativo, le tue settimane sono piene di impegni lavorativi, ti sembra di aver fatto tantissimo e alla fine non è mai abbastanza. Il mindset qualitativo invece è l’esatto opposto. Durante la settimana ti sembra di aver fatto poco, per poi renderti conto di aver creato qualcosa ad alto valore aggiunto. Apportando qualità all’interno della tua vita, ottieni un ulteriore vantaggio: il benessere generale. Non è certo una novità, più si è felici e si sta bene, e migliori sono i risultati anche a livello di produttività. Ma come è possibile raggiungere questo tipo di mentalità, e quali sono gli ostacoli da superare per non rimanere nella trappola della mentalità quantitativa?

3 pilastri per cambiare mentalità

Se a livello teorico sembra tutto molto bello e facile, nella pratica non è proprio così. Io ho individuato 3 fattori che ti portano ad avere una mentalità produttiva di tipo quantitativo. Renderti consapevole di questi fattori è il primo passaggio per poterli superare e cambiare davvero approccio. Ho potuto sperimentare questi concetti sulla mia pelle e, come ti dicevo, questo passaggio l’ho vissuto in prima persona.

Per ognuno di questi elementi, c’è la chiave per intraprendere il percorso di cambiamento, che ti farà finalmente passare ad una mentalità di tipo qualitativo. Ti mostro quindi quali sono i 3 pilastri per passare alla produttività qualitativa.

Stai bene nel presente

Il primo fattore chiave consiste nel riuscire a stare bene esattamente dove si sta, con ciò che si ha. Non è così semplice dal momento che la società ci spinge a voler sempre di più, a non accettare noi stessi e farci sentire inadeguati così come siamo. Quello che abbiamo non sembra mai abbastanza. I social ci mostrano persone che vivono viaggiando, con fisici stratosferici, piene di soldi che si godono la vita. Se fai il paragone con questi scenari, è chiaro che ci si sente tagliati fuori, e l’istinto ti porta a pensare che devi fare di tutto per cambiare la tua posizione sociale. Di per sé questo fattore non è negativo, possiamo chiamarla ambizione ed è giustissimo che ci sia.

La società in cui viviamo non sarebbe la stessa e il numero di invenzioni esistenti sarebbe stato nettamente inferiore se non ci fosse stata l’ambizione. C’è però un’enorme differenza tra l’essere ambiziosi perché non ci si sente adeguati, e l’essere ambiziosi perché si sceglie di esserlo. Se vuoi ottenere di più perché non stai bene nel presente, è chiaro che il raggiungimento dei tuoi obiettivi è una corsa contro il tempo.

Ti senti come se devi assolutamente uscire il prima possible dalla condizione in cui sei. Tutti i tuoi sforzi vengono fatti per fuggire dal presente, e riponi la felicità in un momento ipotetico del futuro. Ogni passo sembra un sacrificio verso qualcosa di più grande. In questa corsa disperata si è disposti ad accettare di tutto. Ogni progetto sembra quello buono, pensi “proviamo anche questo, prima o poi qualcosa andrà bene”.

E così ti riempi di impegni, ti apri tutti gli scenari possibili, cerchi di creare una rete che ti porterà lontano da dove sei, perché pensi che il presente può solo portarti mediocrità e frustrazione. La mentalità che guida la produttività quantitativa è infatti quella del “sarò felice quando otterrò questo risultato”. Ma forse ti sei già reso conto che questa è una menzogna, perché poi quel risultato arriva, e ne cerchi subito un altro, quello “vero”. La verità è che non esiste il risultato che ti porterà davvero alla felicità in questo modo, e più vai avanti e più la frustrazione cresce.

Ken Honda, un magnate giapponese che ha intervistato più di 1000 milionari, ha scoperto che molti di loro non si sentono affatto ricchi, e che sono ancora vittime di questo sistema. Qual è il loro problema? Beh non hanno ancora un elicottero privato, quello sì che li renderebbe felici. Capisci che è uno schema infinito di cui ti devi assolutamente liberare per vivere bene. La chiave sta nello stare bene qui, esattamente dove sei, con quello che hai.

Sposta il tuo focus, la tua attenzione. Al posto che cercare di stare bene nel futuro, prova a stare bene ora. Se dovessi trovare la lampada magica con il genio pronto a esprimere ogni tuo desiderio, ti consiglierei di esprimerne uno solo: stare bene ed essere felice con quello che hai già. L’esercizio della gratitudine può esserti molto di aiuto.

Osserva quello che possiedi, sei in salute? Hai un corpo che risponde ai tuoi comandi in ogni sua parte? La tua mente è in grado di creare pensieri anche complessi? I 5 sensi che hai, funzionano correttamente? Hai un conto corrente e puoi effettuare degli acquisti anche per beni non fondamentali? Lo sai che queste non sono affatto cose scontate? A questo punto arriva però una vocina nella tua mente e ti dice “beh ma allora questo vorrebbe dire accontentarmi di quello che ho, e rinunciare alle mie ambizioni”.

Questa è la frase che io identifico come la catena da cui liberarti. Le tue ambizioni rimarranno lì con te, e puoi perseguirle comunque se lo ritieni necessario. Forse ti verrà spontaneo riformularle, se le tue ambizioni derivano dalla sensazione di inadeguatezza. In ogni caso se ti liberi da questa catena potrai raggiungere i tuoi obiettivi in un modo totalmente nuovo, con la produttività qualitativa. Questo perché non stai più scappando da qualcosa, ma stai andando verso una meta, di cui ti vuoi godere il viaggio fino in fondo.

Radica l’autostima all’interno

La sensazione di inadeguatezza è sicuramente legata all’autostima. La società anche in questo caso ci spinge a poggiare l’autostima all’esterno. Se abbiamo tante cose, raggiungiamo tanti successi, e scaliamo la scala sociale, allora la nostra autostima cresce. Viceversa, se falliamo, perdiamo qualcosa o qualcuno, e non progrediamo all’interno della società, la nostra autostima cala. Per questo motivo, quando cerchi la produttività quantitativa, la stai cercando per aumentare la tua autostima. In altre parole, sei “dipendente” dalla produttività.

Perché più cose riesci a fare, più ti senti produttivo, e in questo modo la tua autostima cresce. I risultati diventano dei “benchmark” per posizionare la tua autostima, e cerchi in tutti i modi di evitare i fallimenti. La tua produttività è focalizzata sull’evitare il fallimento, quindi cerchi sempre di fare di più, e nulla ti sembra mai abbastanza. In realtà saper abbracciare gli insuccessi è la chiave per il miglioramento personale.

Devi darti la possibilità di sbagliare. Ma se poggi la tua autostima all’esterno, non potrai mai reggere l’urto di un vero fallimento, e quindi anche se pensi di essere una persona che impara dai fallimenti, in realtà li stai evitando in tutti i modi.

La chiave in questo caso consiste nel radicare la tua autostima all’interno invece che poggiarla verso l’esterno. Quando riesci a cambiare la base della tua autostima, essa diventa inespugnabile. A quel punto sì che puoi fallire per davvero, perché in quel caso lo sbaglio e gli errori non vanno a intaccare la tua struttura, ma anzi li accetti in maniera amorevole e compassionevole.

Non sono i risultati che raggiungerai che avranno influenza sulla tua autostima, ma la persona che sei, che solo tu puoi davvero conoscere. Vali molto di più di quello che pensi. Sicuramente avrai ottenuto dei successi, anche piccoli, ma significativi per te. E se li hai ottenuti una volta, vuol dire che li potrai ottenere sempre, con qualunque strumento. Per questo è importante anche sviluppare la giusta fiducia in sé stessi.

Tante volte cerchiamo di prevenire a tutti i costi qualcosa, perché abbiamo paura di non riuscire a superare degli ostacoli, delle sfide. Ma se sei arrivato fino a qua, a leggere questo articolo, vuol dire che hai già fatto sicuramente un percorso molto importante all’interno della tua vita. Sei assolutamente in grado di superare gli ostacoli, lo hai sempre fatto. Per questo motivo, non aver paura di essi, e dai più fiducia a te stesso.

Focalizzati sul processo e sul miglioramento

Qui entra in gioco la filosofia minimalista. Su Mudesk pensiamo infatti che produttività qualitativa e minimalismo siano intrinsecamente intrecciati. Ti invito ad approfondire anche questo argomento, nella sezione minimalismo, troverai il link alla fine di questo articolo. Se non conosci questa filosofia di pensiero, per il momento ti basta sapere che, a differenza del modello con cui la società ci induce a vivere, se decidi di vivere in modo minimalista stai decidendo di schierarti dalla parte della qualità e del miglioramento.

Per riuscire a vivere in questo modo devi fare molto lavoro su te stesso, per liberarti di molti schemi mentali con cui sei cresciuto e su cui la società continua a spingere ogni giorno. Se lavori bene sui pilastri che abbiamo visto prima, ti verrà facile cambiare anche il tuo punto di vista e passare dal focus sui risultati, al focus sul processo. Per farti capire meglio cosa intendo provo a farti un esempio. Poniamo il caso che decidi di perdere qualche kilo di troppo. Se sei focalizzato sul risultato, cercherai tutti i modi possibili per perdere peso, in tempi rapidi e magari con strumenti poco raccomandabili come diete ferree e ritmi di allenamento stressanti. Controllerai il peso sulla bilancia ogni giorno, in modo quasi ossessivo.

Al contrario, se sei orientato sul processo,  cercherai di scegliere le attività sportive che ti piacciono, può essere la corsa, il calcio, crossfit o altri sport. Per il cibo, cercherai magari di togliere le bevande alcoliche e zuccherate, e dire di no a qualche dolcetto ogni tanto. Non penserai nemmeno a pesarti sulla bilancia, perché tutto sarà così integrato nella tua vita che quasi ti dimenticherai del risultato.

Ti concentrerai invece su come il processo può essere più piacevole per te. Magari scoprirai che ci sono dei cibi poco calorici che ti piacciono molto, e ti comprerai delle scarpe più belle e comode per camminare. Il risultato che otterrai sarà lo stesso, ma il modo con cui ci arriverai sarà totalmente diverso. Nel primo caso, ci arriverai stressato, frustato e con risultati che durerebbero per poco tempo. Nel secondo caso ci arriverai più contento, soddisfatto, con delle nuove e sane abitudini che non vorrai più lasciare, e avrai il tuo peso ideale per molto tempo. É importante osservare i risultati per capire se sei sulla strada giusta, ma il focus principale deve essere sempre sul processo.

Conclusione

Questi pilastri ti permettono di sviluppare la vera pazienza. Non sarai più “schiavo” dei risultati, infatti, sia perché stai bene nel presente sia perché non hai bisogno di cercare la stima all’esterno. In questo modo puoi permetterti di aspettare per davvero. Durante questa attesa, ti godrai il percorso, focalizzandoti sui miglioramenti e sul processo, e tutto d’un tratto, senza che nemmeno te ne renda conto, i risultati arriveranno, e saranno molto più grandiosi di quello che pensavi. La produttività qualitativa richiede tempo e costanza, ma è l’unico vero modo per raggiungere i risultati in modo sano ed efficace. Seguici anche su Instagram per continuare a rimanere aggiornato su questo tema, e iscriviti alla newsletter per partire con il piede giusto tutte le settimane.

Categorie

Iscriviti al canale ufficiale di Mudesk