Mappa concettuale, il metodo Mudesk per renderla ancora più efficace e divertente
Mappa concettuale, il metodo Mudesk per renderla ancora più efficace e divertente
Conoscere l’argomento della mappa concettuale mi ha cambiato la vita. Sono passato da essere uno studente svogliato, demotivato e mediocre, ad uno tra i migliori. Se hai già letto l’articolo sulle mappe mentali sai già parte della mia storia, nel caso non lo avessi ancora fatto ti consiglio di farci un salto, metterò il link nelle conclusioni in fondo a questo articolo.
Premessa
Prima di iniziare è opportuno fare una premessa. É giusto che ognuno cerchi di sviluppare il suo metodo personale, perché è quello che funzionerà meglio in assoluto per voi. Per avere delle linee guida sulle mappe mentali vi rimando sempre all’articolo generico. In ogni caso, è bene avere sempre degli esempi di chi ha cercato, migliorato e sviluppato il proprio metodo personale, per comprendere meglio cosa si intende per personalizzazione della mappa concettuale. Fatta questa premessa, possiamo iniziare, ti ricordo brevemente i concetti chiave che sono, utilizzo delle immagini, semplificazione e visione a lungo termine.
Il mio metodo per le mappe concettuali
Il mio approccio verso questo strumento è iniziato al primo anno di università. Da lì la mia vita è cambiata e ho scoperto un modo tutto nuovo di studiare, apprendere e prendere appunti. Il mio metodo si è sviluppato nel corso di diversi anni, ed oggi è arrivato ad un livello soddisfacente. Sono riuscito a trovare una coerenza e un modo che rendono le mie mappe efficaci e leggibili anche dopo diversi anni. Per chi non lo sapesse infatti, le mappe concettuali a volte potrebbero diventare obsolete nel corso del tempo, semplicemente perché non scriviamo alcuni termini che ci possono servire.
Questo accade perché nel breve periodo non sentiamo l’esigenza di scriverli, ci sembrano scontati. Se però la pensate come noi e volete una mappa concettuale che duri a lungo nel tempo, è opportuno stare attenti anche a questi dettagli. Alcune delle mie prime mappe concettuali infatti sono ormai illeggibili, perché ho scelto delle immagini di cui ora non ricordo più il senso. Non fatevi problemi ad aggiungere qualche parolina quindi.
3 fasi
Personalmente ho diviso il mio metodo in 3 fasi, che sono rispettivamente la stesura della bozza, la creazione della mappa, e la rifinitura dei dettagli. Ogni fase è importante, e bisogna riuscire a prestare cura e attenzione ad ognuna di esse. In realtà nell’ultimo periodo ne sto aggiungendo una quarta, la cui funzione è quella di rendere la mappa concettuale ancora più adeguata ad un’ottica di lungo periodo.
Questo perché reputo che sia importantissimo avere degli strumenti che in poco tempo, anche a distanza di anni ci permettano di ripercorrere tutto quello che abbiamo imparato. Ed è proprio l’ottica di lungo periodo che ti stimola a fare la mappa concettuale sempre meglio, aiutandoti quindi ad apprendere ancora di più. Siamo circondati da contenuti, ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo, ma quanto ci rimane davvero? Ecco perché è fondamentale trovare gli strumenti giusti per sapere le cose anche a distanza di molti anni. Crediamo nel valore dell’apprendimento sul lungo periodo.
Fase 1: stesura della bozza
La fase 1 è caratterizzata da una rapidità di esecuzione e poca cura dei dettagli. É come se si trattasse di un brainstorming, che è possible fare seguendo un video, una lezione, leggendo un libro o ascoltando un audio. Padroneggiare questa fase ti aiuta tantissimo anche a prendere appunti sfruttando questa tecnica. Qui conta poco la forma, che andrà sistemata nella fase 2, ma contano molto i contenuti.
Trovare le immagini giuste, o anche le idee di immagini che ti aiutano a ricordarti e capire meglio il concetto è un passaggio fondamentale. Così come comprendere le associazioni tra i vari elementi. Bene, se hai seguito correttamente questa fase dovresti trovarti con un foglio pieno di elementi disordinati ma che tu comprendi benissimo. L’unica regola qui è scrivere il nome del macro argomento al centro, e presto capirai il motivo.
Fase 2: creazione della mappa concettuale
La fase 2 è la mia preferita. Se anche a te piace ordinare e semplificare le cose, sarà un vero piacere organizzare tutti gli schizzi della bozza e dilettarti in disegni sempre più belli. Io utilizzo tantissimo Google in questa fase. Cerco disegni, illustrazioni o icone che fanno al caso mio, e le ricopio, spesso facendo delle modifiche per renderle ancora più mie. Per creare le mie mappe concettuali in modo coerente, e quindi leggibile anche nel lungo periodo, utilizzo uno schema a orologio. Guardando l’immagine qui sotto capirai perfettamente cosa intendo.
Parto con il contenuto centrale posizionato al centro, e inizio la mia mappa dall’alto, a ore 12, seguendo poi in senso orario. Questo perché, le mappe concettuali tradizionali utilizzano i vari rami, ma li ho sempre trovati brutti, e quindi ho deciso di “tagliarli”. In questo modo gli argomenti fluttuano tra loro, e rendono ancora più evidenti le connessioni tra i vari rami.
Fase 3: rifinitura dei dettagli
L’ultima fase importante è la rifinitura dei dettagli. Io utilizzo questo passaggio per il ripasso e consolidare ulteriormente i concetti nella mia mente. Inizialmente per questa fase utilizzavo tratto pen e pastelli, ora utilizzo il mio iPad con l’apple Pencil. É un modo per divertirmi e allo stesso tempo apprendere. E anche una scusa per utilizzare la costosa apple Pencil devo ammetterlo. In ogni caso qui ognuno usa la sua tecnica preferita, se ti piace dipingere potresti persino pensare di usare gli acquerelli. Io questa fase la definisco fase sacra, perché è una fase di puro diletto, che allo stesso tempo ti incide i concetti nella memoria, per non farli andare più via.
Fase extra: una mappa concettuale è per sempre
La fase extra consiste nell’assicurarmi che la mappa concettuale sia idonea ad essere utilizzata anche nel lungo perdio. E che quindi anche tra diversi anni sia in grado di leggerla, interpretarla e farmi tornare in mente tutti i concetti che ho appreso. Cosa intendo con ciò? Innanzitutto mi assicuro che non ho dato nulla per scontato. É facile ad esempio disegnare uno scudo immaginandosi “protezione”, e scambiarlo tra qualche anno per “difesa” o altri concetti simili. Vado quindi a scrivere, anche in piccolo, i vari significati, stando sempre attento a non esagerare troppo. La semplicità e l’essenzialità sono sempre concetti fondamentali.
Conclusioni
In un mondo dove i contenuti sono sempre più rumorosi, è fondamentale secondo noi andare controcorrente. Le mappe concettuali ti aiutano a dare valore ai contenuti che apprendi, e possono rimanere con te per sempre. Noi crediamo tantissimo nel valore, l’unico difetto di questo metodo è che diminuisce la quantità di contenuti che puoi apprendere.
Si tratta di un lavoro qualitativo, ma questo secondo noi è un punto di forza. La scelta dei libri da leggere e su cui concentrarsi diventa in questo modo sempre più consapevole. Ti ritroverai forse con meno libri letti, ma quelli che leggi e apprendi in questo modo ti accompagneranno davvero. Visita la nostra sezione sul minimalismo per comprendere meglio il nostro punto di vista. Ovviamente questa tipologia vale solo per alcune materie, e alcune tipologie di libri. Nel caso della crescita personale però secondo noi è fondamentale leggere i libri in questo modo. Per una visione generica sull’argomento della mappa concettuale, clicca sul seguente link.
Mappe mentali per massimizzare l’apprendimento
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Founder di Mudesk. Amo la filosofia minimal e la produttività. Nella mia vita sono riuscito a raggiungere livelli di efficienza molto elevati, studiando per una magistrale in inglese e facendo altri 2 lavori più un progetto personale. Mi sono reso conto però del prezzo da pagare, così ho iniziato a cercare l’essenziale, a selezionare meglio e fare solo ciò in cui posso apportare il massimo valore.