A mente accesa: l’apprendimento e l’ascolto di se
A mente accesa: l’apprendimento e l’ascolto di se
Cosa si intende con apprendimento emotivo, e perché è così importante comprendere il legame che c’è tra emozioni e studio. In questo sito parliamo spesso di benessere, crescita personale ed emozioni. Avete mai pensato a come tutti questi concetti possano essere legati all’apprendimento? Oggi ci addentriamo su questo tema, ricordandoci che un apprendimento efficace scaturisce proprio dalle emozioni che riusciamo a generare mentre studiamo.
Apprendimento e misconcezioni
Se sentite pronunciare o vi capita di leggere la parola “apprendimento”, cosa vi viene in mente? Sono pronta a scommettere che avrete mille immagini mentali di banchi, aule, appunti, libri e tomi più o meno spessi in base al grado scolastico. O forse una serie infinita di esercizi e di pagine da sapere per l’interrogazione, o esame del caso.
Tutto questo allegato ad una buona dose di noia causata dal dover apprendere a memoria argomenti che vi sembrano lontani anni luce da ciò che realmente vi serve, ma soprattutto vi appassiona. Potreste addirittura associarlo ad un ricordo o ad una sensazione di paura, che deriva dal senso di essere osservati e giudicati da genitori ed insegnanti.
Apprendimento autentico
A differenza di quanto ci hanno trasmesso e fatto credere, e di conseguenza fare, tramite infinite serie di esercizi a risoluzione meccanica, in molte realtà scolastiche, la nostra mente non apprende solo per ripetizione. L’apprendimento autentico è, infatti, una costruzione di senso continua attiva e sociale.
Ad ogni stimolo ricevuto (gli insegnamenti che ci hanno trasmesso a scuola, le parole che abbiamo letto sui libri oppure ciò che abbiamo appreso tramite le immagini; così come ciò che abbiamo annusato, assaporato…) o stimolo da noi inviato, ogni parola detta, immagine riprodotta, i nostri neuroni gemmano in nuove direzioni modificando la nostra rete di conoscenze. Ovvero il nostro cervello integra le novità a quanto ha già immagazzinato, modificando ed ampliando la nostra rete neurale.
Apprendimento meccanico vs attribuzione di senso
L’obiettivo principale del processo di apprendimento è capire ciò che ci circonda, attribuire un significato alle cose permettendoci di interagire con esse e con gli altri, quindi, anche di appassionarci e divertirci.
Ovvero l’apprendimento può essere paragonato ad un flow, un processo personale (ogni rete sinaptica è unica ed irripetibile e continuamente in cambiamento) che ci permette di trasformare continuamente e dinamicamente quanto accade e quanto immagazziniamo.
Come posso apprendere cioè sentirmi parte del processo se non ho chiaro l’obiettivo a cui voglio giungere? Ovvero se sto solo ripetendo meccanicamente? Se non mi sento parte del processo stesso in quanto non lo sento utile ed affine al mio modo di farmi un’immagine mentale di quanto mi circonda?
Per apprendere devo, invece, capire e sentire!
Apprenderimento emotivo
Si! Provo, sento! Non dimentichiamo che le emozioni sono un nodo FONDAMENTALE del processo di apprendimento. Solo se provo benessere, interesse, curiosità; solo se ho la possibilità di personalizzare il mio processo costruendo la mia mappa mentale, riuscirò a sedimentare quanto ricevuto e quindi sarò in grado di comprendere e interagire con il mondo circostante (prevederlo, sentirlo, appassionarmi, scoprire nuovi stimoli e passioni, affermarmi).
Nessun atto della nostra vita psichica è solitario, isolato: nessun atto della nostra vita cognitiva è segato dalle emozioni che proviamo in quanto ad ogni attività cognitiva corrisponde un tracciato emozionale: il nostro cervello mentre pensa, SENTE.
L’accettazione dell’errore come fase del processo
Se abbiamo introiettato la paura di sbagliare, l’errore ci procurerà dolore ed il nostro cervello ci invierà, a causa dell’istinto di autoconservazione e sopravvivenza da cui è guidato, un segnale di fuga. Non ci indurrà a riprovare, a correggerci, ma al contrario ci farà andare in cortocircuito.
Non dobbiamo avere paura dei nostri errori in quanto essi rappresentano una vera e propria fase dell’intelligere umano. Occorre, invece, considerare la dignità dell’errore e viverlo come una inevitabile fase del processo di apprendimento.Ti consiglio questo articolo del blog il cuore saggio, in cui l’autrice ti mostra sei pratiche per lasciare andare la paura.
Al contrario un’emozione positiva, riattiva il nostro sistema e ci consente di sfruttare appieno la plasticità ed adattabilità del nostro cervello. Di fronte ad un ostacolo saremo poi in grado di riattivare le connessioni più funzionali alla comprensione della realtà che ci circonda, chiave per il suo superamento ovvero la nostra sopravvivenza ed il nostro benessere.
Semplicemente noi
Ricordiamo che studiare, apprendere è un modo per essere le persone che siamo, quello che studiamo nutre il nostro sé.
Imparando ad ascoltare i segnali del nostro corpo, a conoscerlo bene riuscendo a collegare le nostre reazioni fisiche alle emozioni che proviamo, saremo in grado di riconoscere con maggiore facilità quali argomenti e, soprattutto quali metodi ci fanno sentire bene nonostante l’attività rimanga, comunque, lo studio. Per comprendere meglio come ascoltare il tuo corpo, ti consiglio di approfondire l’argomento sulla meditazione. Abbiamo parlato di come la meditazione e lo studio siano collegati, proprio in questo articolo.
Riconoscendo i nostri bisogni, tra cui le paure, ed i pensieri negativi che stiamo erroneamente associando alle nostre prestazioni del momento, saremo in grado di valorizzare meglio il nostro lavoro e divertirci. Eviteremo così di biasimarci per eventuali errori che stiamo o abbiamo commesso. Per questo motivo è molto importante comprendere e migliorare il nostro dialogo interiore.
Non dobbiamo, infatti, vivere gli errori come se fossero fallimenti, perdite di tempo; essi sono infatti occasioni per scoprirci e cambiare rotta, provare nuove strategie e riscoprire il piacere di apprendere.
Počemučka, che in russo significa “una persona che fa e si fa troppe domande”, è esattamente come mi descriverei!
Il resto del tempo sono una ragazza di 27 anni, laureata in scienze della formazione (ovvero sono una maestra), che adora leggere e fare sport. Nell’ultimo anno mi sono avvicinata allo yoga (che adoro), alla meditazione ed al mondo del minimalismo (di cui sono ai primi approcci) e mi stanno cambiando la vita!